Come sta andando l’export in Italia e nel mondo? Che posto occupiamo?

Molto interessante a questo proposito è il rapporto sull’export 2018 di Sace-Simest. Molti sono i punti affrontati dettagliatamente e che cerchiamo di riassumere per argomenti in questo ed in futuri articoli.

In Italia l’unico apporto positivo alla crescita economica negli ultimi 7 anni è dato dall’export. Nel 2017 sono stati esportati beni per un valore di 31 miliardi € con una previsione di ulteriore crescita del 5,8% nel 2019 e del 4,5% medio nel triennio 2019-2021.

Le destinazioni che la fanno da padrona sono Asia, Europa Emergente, Americhe e con un buon recupero anche della Russia (5,7% di previsione dopo la riapertura del 2017 che ha portato il balzo del 19,3% rispetto al 2016).

Il Made in Italy registra il trend più rilevante soprattutto orientato verso comparti con più alto valore aggiunto in termini di qualità con conseguenti e adeguate fasce di prezzo.

I punti critici per l’Italia nei confronti dell’export sono, su tutti, il ritardo infrastrutturale dei mezzi di trasporto in un’economia che basa un terzo del PIL sull’export. L’altro punto critico è dato dai ritardi infrastrutturali nel digitale, in particolare sulle implementazioni e-commerce B2B e B2C. Il digitale italiano ha un peso di solo 4,5% nel mondo e non riesce a tenere il passo. La nota positiva è che è cresciuta la consapevolezza dell’importanza del commercio on-line e dell’adeguarsi per fare il salto di qualità a livello internazionale.

Il 60% dell’export è indirizzato fuori dall’area UE e gli Stati Uniti restano il primo mercato di destinazione (9% del totale). Le esportazioni verso gli USA nel 2017 sono aumentate del 10% superando i 40 miliardi di €.

Nei prossimi anni la politica fiscale espansiva statunitense incoraggerà consumi, investimenti e, si presume, la domanda di beni importati.

La cosa fondamentale per il Made in Italy è mantenere uno standard qualitativo elevato delle merci esportate.

L’unica incertezza è data dal fronte dazi US che al momento riguardano prevalentemente la Cina ma la preoccupazione che possa allargarsi anche all’Italia si fa sentire.

La crescita italiana nel 2017 è stata del 7,4% per un totale di 448 miliardi € come risultato di tre fattori, di cui due prevalenti:

  • fattore prezzo (4,1%) influenzato dalla qualità dei beni importati;
  • aumento dei volumi esportati (3,1%)
  • un mix di altri fattori residuali (0,2%)

Il conclusione, il punto di forza del Made In Italy, capace di far fronte alle incertezze date dalle politiche estere oltre che dalla situazione internazionale tutta, resta la qualità dei prodotti, su cui le aziende devono puntare sempre di più per garantire quell’eccellenza che ci rende famosi in tutto il mondo. La spinta in più viene data dall’unione della qualità con gli investimenti sull’implementazione digitale, più che mai fondamentale in un’epoca “globale” come questa.

fonte “Report Export 2018” di  Sace-Simest